Il 18 agosto 1984 scoppia un incendio con fuoriuscita ad alta pressione della virgin-nafta. Franco Grizier muore per aver operato senza le necessarie misure minime di sicurezza. La Montedison scarica la responsabilità sui lavoratori. La magistratura condanna il tecnico Albino Dall’Igna, rimasto ustionato gravemente nell’incidente, a otto mesi di reclusione.
Le associazioni ambientaliste vogliono vederci chiaro in ciò che la Montedison scarica nella laguna. A seguito di una denuncia, il pretore di Mestre infligge una multa di 5 milioni ciascuno ai due capireparto Gino Motta e Attilio Calcatelli per aver scaricato in mare sostanze tossiche.
Il 19 luglio 1985 a Prestabel in val di Stava, un bacino con argini in terriccio, costruito sopra il paese per raccogliere i fanghi dell’estrazione della fluorite da parte della Montedison, cede; il fiume di fango si porta via mezzo paese; 269 vittime. La commissione d’inchiesta scrive: “l’impianto è crollato essenzialmente perché progettato, costruito e gestito in modo da non offrire quei margini di sicurezza che la società civile si attende da opere che possono mettere a repentaglio l’esistenza di intere comunità umane”. Graziano Lucchi, che a Stava ha perso i due genitori scrive “A Stava si è consumato un crimine fra i più terribili: si è disprezzato il valore della vita; si è immolata la vita dell’uomo sull’altare del profitto”. La Montedison viene ritenuta responsabile al 28%, mentre la restante responsablità fu divisa tra la provincia di Trento, la Snam, Finimeg e Prealpi Mineraria.
L’8 luglio 1988, 3 anni dopo, la sentenza condanna i responsabili con pene lievi.
A Marghera, Gianfranco Zecchinato, Giovanni Mazzucco, Guido Suffogrosso, Primo Pistolato, Giorgio Battaggia e molti altri muoiono per angiosarcoma, tipico tumore provocato dal cvm.
I risultati dell’università di Padova sulle diagnosi sugli operai di Porto Marghera non vengono mai prese in considerazione. Dirigenza, medici interni e medici dell’A.S.L.L., sindacato e partiti politici, tutti nascondono la gravità della situazione non solo agli operai ma alla popolazione intera.
Nel giugno del 1998, viene dissequestrato uno scarico a mare al Petrolchimico;
Il presidente della Montedison, Giuseppe Garofano, viene arrestato in Svizzera ed estradato in Italia in relazione all’inchiesta sul finanziamento alla Dc, corruzione e falso in bilancio.
Sergio Cusani, consulente di Roul Gardini e garante della Montedison, finisce in galera per finanziamento illecito ai partiti.
Il giudice Veneziano Nelson Salvarani in una intervista al Gazzettino del 19 settembre 1992 dipinge un quadro di malcostume del ceto sindacale degli anni ottanta vergognosamente succube del volere degli industriali e del potere politico dominante.
Il 28 novembre 2002 scoppia un incendio presso un silos a Porto Marghera; solo il caso ha voluto che non ci sia stata la catastrofe. Sebbene vi fossero obblighi da parte della dirigenza di informare immediatamente la popolazione, la cittadinanza è stata avvertita con 50 min. di ritardo.
Il 3 luglio 2007, a seguito di una fuoriuscita, una pioggia di diossina si abbatte sulla città. Per molto tempo i valori della diossina nell’aria, risultavano proibitivi anche a distanza di chilometri da Marghera.