È il tempo del rinnovo contrattuale. Potere operaio si accorge che l’unione operaia ora è forte e che può chiedere benefici contrattuali fino ad ora negati:
- riduzione da 44 ore a 40 ore settimanali di lavoro,
- salario minimo a 100 mila lire,
- straordinario non obbligatorio,
- eliminazione dei primi tre giorni di malattia non pagata,
- aumenti salariali uguali per tutti,
- assemblee in fabbrica pagate,
- permessi studio agli operai studenti.
Sia il sindacato che il PCI fa proprie queste rivendicazioni e le inserisce nella piattaforma nazionale collettiva. Scatta la forma di protesta alternativa allo sciopero giornaliero. Potere operaio viene emarginato dal PCI; ai picchetti predisposti dai primi si contrappone l’irruzione da parte dei secondi. La spaccatura tra i due gruppi contestatori porta solo a creare confusione tra gli operai. Viene soppressa la commissione interna e prendono vita i delegati di reparto.
Il 10 novembre 10 mila lavoratori si ritrovano nel parcheggio antistante alla fabbrica. Partecipano, oltre che ai sindacalisti locali, anche parte del consiglio comunale. La massa degli operai contesta l’operato del sindacato, sindacato ormai non più rappresentativo e soggiogato a giochetti politici. Gli operai stanchi dei continui scioperi, ottengono la sospensione dei pagamenti della luce, del gas e degli affitti. Alle lotte operaie per il rinnovo del contratto, la dirigenza risponde con tagli alle buste paga. I mezzi di comunicazione di massa, volontariamente, non danno risalto alla situazione disperata degli operai. Il 19 novembre lo sciopero coinvolge tutti i lavoratori tranne quelli delle Assicurazioni Generali. In fabbrica, proteste di singoli, diventano proteste di tutti: viene eliminato la perquisizione all’uscita di fabbrica, vengono istituite decorose mense nei reparti. Le manifestazioni di protesta del Petrolchimico diventa emulazione anche per altre fabbriche.
Il 7 dicembre viene siglato il contratto nazionale che contiene i miglioramenti richiesti. Viene imposta la limitazione su lavorazioni nocive in base a tabelle internazionali. Viene accordato l’uso di un locale della fabbrica per il ritrovo in assemblee: nasce il Capannone delle assemblee che sfornerà individui che andranno a ricoprire figure importanti nel sindacato e nella politica. Lotta continua, definisce il contratto una disfatta in quanto l’aumento salariale dato agli operai, rientrerà alla Montedison attraverso la Standa e la Rinascente.