Classe operaia è il primo giornale politico che si occupa del Petrolchimico. A fondarlo ci pensa Toni Negri a cui collabora anche Massimo Cacciari. È il 1° febbraio 1967 ed è un volantino che viene distribuito all’uscita della fabbrica.

All'interno della fabbrica c’è chi viene trasferito ad altra sede perché aderente al nuovo movimento. I trasferimenti contribuiscono a rendere ancor più inconciliabili le posizioni. Nelle Università si comincia a criticare apertamente il modo di gestire la manodopera in fabbrica. Si comincia a far riflettere l’operaio sul vero senso della propria presenza in una fabbrica il cui fine è solo l’interesse economico. Si inizia a sensibilizzare le coscienze su questioni di salario, sicurezza, contratti, turnazione e rapporto con i capi.

Nelle università si illustra la vita dell’operaio, criticandone modi e metodi. I due mondi si confrontano e la gente diventa cosciente dei problemi lavorativi: infortunistica, nocività, mansioni, tutela del lavoro.

Nel sindacato si inizia a criticare il modo rilassato e dimesso in cui si affrontano le tematiche sulla sicurezza, ambienti di lavoro ed orari con i datori di lavoro. Ai cancelli, dentro la fabbrica, nei bar, si cerca di parlare dei problemi della fabbrica; sono molti che rifiutano inizialmente i nuovi concetti, ma pian piano cominciano tutti a porsi delle domande.

 

Il 25 agosto 1967 vi è l’appoggio di tutto il Petrolchimico allo sciopero indetto dagli operai dei multiforni della San Marco ammalati a centinaia di silicosi. L’articolo del Gazzettino riporta che lo sciopero, organizzato da parte di un solo sindacato filocinese ha avuto poca adesione e che i manifestanti erano solo ragazzi dai 20 ai 30 anni. Gli industriali cominciano a rendersi conto che parte degli operai sfugge al loro controllo.

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