Nel 1926, esiste un’unica organizzazione (esclusivamente fascista) che rappresenta i lavoratori.
Durante la seconda guerra mondiale, la dittatura fascista opprime con forza la nascita di cellule di rappresentanza comunista operaia; è l’operaio Pietro Pasqualetto a fare la spia e mandare in galera gran parte dell’organizzazione.
Con la caduta del fascismo, nelle fabbriche di Torino e Milano si organizzano e vengono effettuati alcuni scioperi. Nel 1943 viene ricostituito un unico sindacato.
Nel 1944, con “Il Patto di Roma” gli operai hanno come riferimento l’unico sindacato. Solo durante l’occupazione nazista che cominciano anche a Porto Marghera i primi scioperi. 500mila lavoratori dell’Italia industrializzata partecipano massicciamente agli scioperi, un evento che non ha paragoni in Europa. Le camicie nere con l’aiuto dei nazisti, stroncano le rivolte operaie. Fino alla fine della guerra, cessano gli scioperi nelle fabbriche. Gli alleati bombardano Mestre e Marghera con centinaia di morti tra i civili.
Nel 1945 viene approvato lo statuto della CGIL unitaria.
Finita la guerra, nelle fabbriche si ricostruisce e si riprende l’attività; è la quotidiana sirena delle 10, che prevede la prova d’allarme a ricordare l’avviso dei bombardamenti alleati. Nelle fabbriche risorgono pure le commissioni di fabbrica interne.
Il ceto povero della terraferma insorge con manifestazioni a Mestre in piazza Ferretto; le fabbriche di Marghera, assumono i familiari degli ex dipendenti morti in guerra ma anche disoccupati segnalati dal sindacato o gli ex partigiani. Riprende l’assunzione dei contadini in quanto la campagna è ancora caratterizzata dalla mezzadria.
Con l’instaurazione della Repubblica, la Democrazia Cristiana acquista facilmente i voti dei mezzadri e dei coloni. Le organizzazioni cattoliche, che all’epoca del fascismo non sono state sciolte, sfornano la classe dirigente politica e industriale. Nascono i Comitati civici e le loro riunioni si svolgono nelle sacrestie delle chiese. Il clero lancia nel veneto una campagna anticomunista; Don Fusaro di Marcon, attraversa le strade di Mestre e Marghera, con un altoparlante sopra la macchina, invitando le persone a pregare e ad allontanare lo spauracchio comunista. La risposta “laica” degli operai è la festa del 1° maggio.
Nel luglio 1948, avvengono manifestazioni e occupazioni delle fabbriche a seguito dell’attentato a Palmiro Togliatti, segretario del PCI. Scissione di parte degli iscritti dal sindacato CGIL e creazione della CISL. Scomunica a chi vota o sostiene le idee comuniste.
Nel marzo 1950 le forze dell’ordine sparano ad altezza uomo contro gli operai della Breda che protestano contro i licenziamenti. Il sindaco Giovanbattista Gianquinto, indossata la fascia tricolore si mette alla testa del corteo operaio. Il ministro degli interni Scelba (conosciuto per i sui metodi repressivi con l’uso delle armi) minaccia di arrestare il sindaco di Venezia.